podagrarum beneficio ex aurifice sculptor (Cap. 7.). Vedesi da questo passo ch’egli attese anche all’orificeria.
Non è da confondersi Andrea Riccio Padovano con Antonio Riccio Veronese, architetto e scultore pur esso di grande nome, come hanno fatto lo Scardeone (De antiquitate urbis Patavii, p. 375.) il Vasari (T. III. p. 317. ed. Siena) ed il Sansovino (Delle cose notabili che sono in Venetia, p. 21. ed. 1565. e Venetia citta nobilissima et singolare, p. 119.), attribuendo falsamente al primo le due statue di marmo Adamo ed Eva, che sono nella facciata interna del Palazzo Pubblico di Venezia, rimpetto alla scala dei giganti: dal qual errore si sono guardati il Temanza (Vite dei più celebri architetti, e scultori veneziani che fiorirono nel secolo decimosesto, Lib. II. p. 264.) ed il Bartoli (Le pitture sculture ed architetture della città di Rovigo, p. 298.), ed ognuno si guarderà, tosto che sappia sotto la statua di Eva essere inciso il nome di antonio rizo. Vissero per verità insieme per alcun tempo que’ due artisti: ma il Veronese cominciò a farsi onore prima che il Padovano nascesse. Quelle due statue medesime, delle quali scrisse anche il Vasari ch’erano tenute belle, sono vieppiù stimabili, se si ponga mente al tempo della facitura di esse, che viene ad essere intorno all’anno 1462: di che ne danno indizio le arme delli Dogi Francesco Foscari e Cristoforo Moro scolpite sulla facciata medesima delle due statue. S’accorda bene pertanto che a questo scultore indiritti si riconoscano due epigrammi ed un distico di Gregorio Corraro Protonotaio Apostolico ad Antonium Riccium sculptorem, indicati da Fra Giovanni degli Agostini (Notizie istorico-critiche intorno la vita, e le opere degli scrittori viniziani, T. I. p. 132.); essendo il Corraro vissuto sino all’anno 1464. Al medesimo parimente deve tenersi scritto il seguente distico di Raffaello Zovenzonio Triestino, che si legge nella collezione di Fiorenza