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— 90 — michele strogoff |
CAPITOLO VIII.
risalendo la kama.
Il domani, 18 luglio, alle sei e quaranta minuti del mattino, il Caucaso giungeva allo sbarco di Kazan, che 7 verste (7 chilometri e mezzo) separano dalla città.
Kazan è situata nel confluente del Volga e della Kazanka. È un importante capoluogo di governo e di arcivescovado greco, ed insieme una sede d’Università. La popolazione variata vi si compone di Tcheremissi, di Mordviani, di Tchuvachi, di Volsalki, di Vigulitchi, di Tartari, — questa ultima razza ha più specialmente serbato il carattere asiatico.
Benchè la città fosse abbastanza lontana dallo sbarcatojo, una gran folla si pigiava sulla ripa. Si veniva per notizie. Il governatore della provincia aveva pubblicato un decreto identico a quello del suo collega di Nijni-Novgorod. Si vedevano colà Tartari vestiti di caffetani a maniche corte, con berretti aguzzi, le cui larghe falde ricordavano quello del Pierrot tradizionale. Altri avviluppati in una lunga zimarra, colle teste coperte d’una piccola calotta, assomigliavano ad Ebrei polacchi. Alcune donne, col petto corazzato di laminette, colla testa coronata da un diadema rialzato a foggia di mezzaluna, formavano diversi crocchi nei quali si discuteva.