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discendendo il volga


— Come voi.

— E probabilmente da Perm vi dirigete ad Ekaterinburgo, perchè è la strada migliore e più sicura per valicare i monti Urali?

— Probabilmente.

— Passata la frontiera, noi saremo in Siberia, vale e dire nel mezzo dell’invasione.

— Ci saremo.

— Ebbene allora, ma soltanto allora, sarà il momento di dire: «Ciascuno per sè e Dio per....»

— E Dio per me.

— Dio per voi solo? Benissimo, ma poichè noi abbiamo otto giorni di neutralità, e poichè certissimamente le notizie non pioveranno per istrada, rimaniamo amici fino al momento di diventare rivali.

— Nemici.

— Giusto!... nemici! ma fino a quel tempo, mettiamoci d’accordo; vi prometto d’altra parte di serbare per me tutto quello che potrò vedere.

— Ed io tutto ciò che potrò intendere.

— Siamo intesi?

— Siamo intesi.

— La vostra mano?

— Eccola.

E la mano del primo interlocutore, vale a dire cinque dita largamente aperte, scrollarono vigorosamente le due dita porte con tutta flemma dal secondo.

— Oh! giusto! disse il primo, stamattina ho potuto telegrafare a mia cugina il testo del decreto, alle 10 e 17 minuti.

— Ed io l’ho mandato al Daily-Telegraph alle 10 e 13.

— Bravo, signor Blount.