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discendendo il volga

rante il suo viaggio in Siberia. Era dunque un fratello ed una sorella che viaggiavano sotto la guarentigia della polizia imperiale.

Entrambi, seduti a poppa, guardavano la città profondamente turbata dal decreto del governatore.

Michele Strogoff non aveva detto nulla alla giovinetta, non l’avea interrogata: aspettava che parlasse, se le conveniva di parlare. Costei avea fretta di lasciare quella città, nella quale, senza l’intervento provvidenziale del protettore inatteso, sarebbe rimasta prigioniera. Nulla diceva, ma ringraziava collo sguardo.

Il Volga, il Rha degli antichi, è considerato come il maggior fiume di tutta l’Europa, ed il sue corso non è inferiore a 4000 verste (4300 chilometri). Le sue acque, piuttosto insalubri nella parte superiore, sono modificate a Nijni-Novgorod da quelle dell’Oka, rapido affluente che esce dalle provincie centrali della Russia.

Fu paragonato a ragione l’insieme dei canali e dei fiumi russi ad un albero gigantesco, i cui rami si spartiscono su tutte le regioni dell’impero. È il Volga che forma il tronco di quest’albero, ed ha settanta foci che mettono nel mar Caspio. È navigabile da Rief, città del Tver, vale a dire nella maggior parte del suo corso.

I battelli della compagnia di trasporto da Perm e Nijni-Novgorod percorrono le 350 verste (373 chilometri) che separano questa città da quella di Kazan. Vero è che questi steam-boats hanno solo a discendere il Volga, il quale aggiunge circa due miglia di corrente alla loro velocità propria. Ma quando essi sono giunti al confluente del Kama, un po’ al disotto di Kazan, sono costretti ad abbandonare il Volga per l’altro fiume, di cui