Pagina:Michele Strogoff.djvu/58


— 58 —

michele strogoff


— Sola, pensava egli, sola in mezzo a questi nomadi! oltre di che i pericoli presenti non sono nulla a petto di quelli che le riserba l’avvenire. La Siberia! Irkutsk! Ciò che io tento per la Russia e per lo czar essa lo intraprende... per... chi? perchè? Essa ha facoltà di passare la frontiera, e il paese al di là è sollevato! Frotte tartare corrono nelle steppe!

Michele Strogoff s’arrestava ad intervalli e tornava a riflettere.

— Senza dubbio, pensò egli, l’idea di viaggiare le è venuta prima dell’invasione! Forse essa medesima ignora quello che accade...; ma no; quei mercanti hanno discorso in faccia a lei dei torbidi della Siberia, ed essa non parve stupita, non ha nemmeno domandato alcuna spiegazione. Dunque sapeva, e sapendo va egualmente!... Povera giovinetta! Bisogna che il motivo che la spinge sia pur potente; ma per quanto coraggiosa essa sia, ed è tale di sicuro, le sue forze la tradiranno per via, e, senza parlar dei pericoli e degli ostacoli, non potrà sopportare le fatiche di un tal viaggio. Giammai essa potrà giungere ad Irkustk!

Frattanto Michele Strogoff andava sempre a caso, ma siccome conosceva benissimo la città, trovar la sua via non poteva essere imbarazzante per lui.

Dopo aver camminato un’ora circa, venne a sedersi sopra una gran panca addossata ad una casa di legno, che sorgeva in mezzo a molte altre in un’amplissima piazza.

Era là da cinque minuti, quando una mano gli si posò forte sulla spalla.

— Che fai tu qui? gli chiese con voce aspra un uomo d’alta statura che egli non aveva visto venire.