Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 54 — michele strogoff |
del convoglio, ma poco era mancato che esso, uscendo dalle rotaje, fosse precipitato dall’alto della ghiajata in una frana. Ci fu un’ora di ritardo; finalmente, sgombrata la via, il convoglio riprese le mosse, ed all’una e mezza pomeridiane giunse alla stazione di Nijni-Novgorod.
Prima che nessuno avesse potuto scendere dai vagoni, gl’ispettori di polizia si presentarono alle portiere per esaminare i viaggiatori.
Michele Strogoff mostrò il suo podarosna, fatto in nome di Nicola Korpanoff. Dunque nessuna difficoltà.
Quanto agli altri viaggiatori dello scompartimento, diretti tutti a Nijni-Novgorod, nessuno parve sospetto, fortunatamente per essi.
La giovinetta presentò non solo il passaporto, perchè non è richiesto in Russia, ma un permesso d’un’impronta speciale e che sembrava di natura tutta propria.
L’ispettore lo lesse attentamente, e dopo aver esaminato colei di cui dava i connotati, disse:
— Tu sei di Riga?
— Sì, rispose la giovinetta.
— Tu vai ad Irkutsk?
— Sì.
— Per qual strada?
— Per la via di Perm.
— Bene, rispose l’ispettore. Bada a far vidimare il tuo permesso nella casa di polizia di Nijni-Novgorod.
La giovinetta s’inchinò in atto di affermazione.
Udendo queste domande e queste risposte, Michele Strogoff provò insieme un sentimento di meraviglia e di pietà. Come! una giovinetta sola, in viaggio per la lontana Siberia, e ciò quando