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— 102 — un dramma al messico |
dominio spagnuolo! Gli è che, non ostante i trattati di commercio sottoscritti colla Gran Bretagna, e non ostante l’arrivo dell’incaricato degli affari di Londra, il quale aveva riconosciuto la repubblica, il governo americano non aveva una sola nave a sua disposizione per proteggere le coste.
Qualunque fosse, quel bastimento non poteva essere che un ardito avventuriero, ed i venti dal nord-est che soffiano rumorosamente in quei paraggi dall’equinozio di autunno fino alla primavera, dovevano aspramente prendere la misura delle sue ralinghe! Ora gli abitanti di Acapulco non sapevano che cosa immaginare e si preparavano a respingere uno sbarco di stranieri, quando il bastimento tanto temuto spiegò alla corna la bandiera dell’indipendenza messicana!
Giunta a mezzo tiro di cannone dal porto, la Constanzia, il cui nome si poteva leggere già ad occhio nudo nel quadro di poppa, gettò l’áncora. Le sue vele si rialzarono sui pennoni, e si staccò dalla nave un canotto che poco stante entrò in porto.
Il luogotenente Martinez, appena sbarcato, si recò in casa del governatore e lo informò delle circostanze che lo guidavano. Costui approvò la risoluzione presa dal luogotenente di recarsi al Messico per ottenere dal generale Guadalupe Vittoria, presidente della Confederazione, la ratificazione pel mercato. Appena questa notizia fu nota nella città, fu festa generale. Tutta la popolazione venne ad ammirare la prima nave della marina messicana, e vide, nel possesso di quella, insieme con una prova dell’indisciplinatezza spagnuola, un mezzo di opporsi meglio a qualsiasi tentativo nuovo degli antichi padroni.