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michele strogoff


— Ma ne comperate voi? domandò il Persiano, interrompendo la nomenclatura del viaggiatore.

— Il meno che posso, e solo per mio uso particolare, rispose costui ammiccando coll’occhio.

— È un burlone! disse l’Ebreo al Persiano.

— Od una spia! rispose costui abbassando la voce. Bisogna stare in guardia e non parlar troppo. La polizia non è troppo tenera ai tempi che corrono, e non si sa mai con chi si viaggia.

In un altro cantuccio dello scompartimento si parlava un poco meno dei prodotti mercantili, ma un po’ più dell’invasione tartara e delle sue cattive conseguenze.

— I cavalli di Siberia saranno requisiti, diceva un viaggiatore, le comunicazioni diventeranno ben difficili fra le diverse provincie dell’Asia centrale.

— È certo, gli domandò un vicino, che i Kirghizi dell’orda media abbiano fatto causa comune coi Tartari?

— Lo dicono, rispose il viaggiatore abbassando la voce, ma chi può lusingarsi di sapere qualche cosa in questo paese?

— Ho inteso parlare di concentrazione di truppe alla frontiera. I Cosacchi del Don son già adunati sul corso del Volga e saranno opposti ai Kirghizi ribelli.

— Se i Kirghizi hanno sceso il corso dell’Irtyche, la strada di Irkutsk non deve essere sicura, rispose il vicino; d’altra parte ieri ho voluto mandare un telegramma a Krasnoiarsk, e non potè passare. È da temere che fra breve le colonne tartare abbiano isolato la Siberia orientale.

— Insomma, ripigliò a dire il primo interlocutore, questi mercanti hanno ragione di essere