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conclusione

dell’umile ed eroico amico che entrambi non dovevano più dimenticare.

Ad Omsk, la vecchia Marfa li aspettava nella casetta degli Strogoff. Essa strinse nelle sue braccia e con passione colei che già cento volte aveva chiamata figlia in cuor suo. La coraggiosa siberiana ebbe, quel giorno, il diritto di riconoscere suo figlio e di andare orgogliosa di lui.

Dopo alcuni giorni passati ad Omsk, Michele e Nadia Strogoff rientrarono in Europa, ed avendo Wassili Fèdor preso stanza in Pietroburgo, i suoi figli non ebbero più occasione di lasciarlo se non per andare a vedere la vecchia madre.

Il giovane corriere era stato ricevuto dallo czar, che lo prese al suo servizio speciale e gli diede la croce di San Giorgio.

Michele Strogoff giunse, in seguito, ad un alto grado nell’impero; ma non è la storia de’ suoi trionfi, è la storia delle sue traversie quella che meritava di essere narrata.


FINE.