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michele strogoff

incontro ad Ivan Ogareff, e collocandosi in faccia a lui:

— Sì, vedo! disse. Vedo il colpo di knut con cui ti ho sfregiato il viso, traditore e vigliacco! Vedo il punto in cui ti colpirò! Difendi la tua vita! È un duello ch’io mi degno d’offrirti! Contro la tua spada basterà il mio coltello!

— Egli vede! pensava Nadia. Misericordioso Iddio, è mai possibile?

Ivan Ogareff si sentì perduto, ma per un risveglio della sua volontà, ripigliando coraggio, si precipitò colla spada in pugno sul suo impassibile avversario. Le due lame s’incrociarono, ma all’urto del coltello di Michele Strogoff maneggiato da quelle mani di cacciatore siberiano, la spada si spezzò ed il miserabile, colpito al cuore, cadde a terra morto.

In quel momento la porta della camera fu sfondata, e il gran duca, accompagnato da alcuni uffiziali, si mostrò sulla soglia.

Il gran duca si fece innanzi. Riconobbe nel cadavere giacente a terra colui che credeva essere il corriere dello czar.

E allora, con voce minacciosa:

— Chi ha ucciso quest’uomo? domandò.

— Io, rispose Michele Strogoff.

Uno degli ufficiali gli appoggiò una rivoltella alle tempia, pronto a far fuoco.

— Il tuo nome? domandò il gran duca prima di dar ordine di bruciargli le cervella.

— Altezza, rispose Michele Strogoff, domandatemi piuttosto il nome dell’uomo che giace ai vostri piedi!

— Quest’uomo, io lo riconosco! È un servitore di mio fratello! È il corriere dello czar!