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la notte dal 5 al 6 ottobre.

CAPITOLO XIV

la notte dal 5 al 6 ottobre.


Il disegno d’Ivan Ogareff era stato combinato colla massima cura, e salvo contrasti improbabili, doveva riuscire. Era necessario che la porta di Bolchaia fosse libera al momento di consegnarla. Perciò, in quel momento, bisognava assolutamente che l’attenzione degli assediati fosse rivolta ad un altro punto della città. Da ciò una diversione concertata coll’Emiro.

Questa diversione doveva compiersi dal lato del sobborgo d’Irkutsk, a monte ed a valle del fiume, sulla sua riva destra. L’attacco su questi due punti doveva essere condotto seriamente, e al medesimo tempo si doveva fingere un tentativo di passaggio dell’Angara sulla riva sinistra. La porta di Bolchaia sarebbe dunque probabilmente abbandonata, tanto più che, da questo lato, gli avamposti tartari, spinti indietro, sembrerebbero tolti.

Era il 5 ottobre. Fra ventiquattr’ore la capitale della Siberia orientale doveva essere in mano dell’Emiro, ed il gran duca in potere d’Ivan Ogareff.

Durante questa giornata, un movimento inconsueto avvenne nel campo dell’Angara. Dalle finestre del palazzo e dalle case della riva destra si vedevano distintamente importanti preparativi che venivano fatti sul margine opposto. Molti drappelli tartari convergevano verso il campo e venivano