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— 62 — michele strogoff |
— Tu sai, Michele Strogoff, che in questa lettera si parla di un traditore di cui io dovrei diffidare?
— Sì, Altezza.
— Egli deve cercare di penetrare in Irkutsk, guadagnare la mia confidenza, e, venuta l’ora di consegnare la città ai Tartari....
— So tutto questo, Altezza, e so pure che Ivan Ogareff ha giurato di vendicarsi personalmente del fratello dello czar.
— Perchè?
— Si dice che quest’uffiziale sia stato condannato dal gran duca ad una degradazione umiliante.
— Sì.... mi ricordo.... Ma se lo meritava, quel miserabile, che doveva più tardi servire contro il suo paese e condurvi un’invasione di barbari.
— A Sua Maestà lo czar, rispose Ivan Ogareff, stava sopratutto a cuore che foste avvertito dei propositi d’Ivan Ogareff contro la vostra persona.
— Sì.... la lettera me ne informa....
— E Sua Maestà me lo disse essa medesima avvertendomi che nel mio viaggio attraverso la Siberia mi guardassi sopratutto da quel traditore.
— E l’hai incontrato?
— Sì, Altezza, dopo la battaglia di Krasnoiarsk. Se avesse potuto sospettare ch’io fossi portatore d’una lettera a Vostra Altezza, nella quale erano svelati i suoi disegni, non mi avrebbe fatto grazia.
— Sì, tu eri perduto! E come hai potuto fuggire?
— Gettandomi nell’Irtyche.
— E sei entrato in Irkutsk?...
— Approfittando d’una sortita che fu fatta questa sera medesima per respingere un drappello tartaro. Io mi sono misto ai difensori della città, ho potuto farmi riconoscere e sono subito stato condotto dinanzi a Vostra Altezza.