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irkutsk

verso Irkutsk, e si erano concentrate sul corso della Lena, di cui risalivano la vallata. Fra sei giorni dovevano essere arrivate. Bisognava dunque che fra sei giorni Irkutsk fosse presa a tradimento.

Ivan Ogareff non esitò più.

Una sera, il 2 ottobre, fu tenuto un consiglio nella gran sala del governatore generale, ove risiedeva il gran duca.

Questo palazzo, eretto all’estremità della via di Bolchaia, dominava il fiume per un gran tratto. Attraverso le finestre della sua facciata principale si vedeva il campo tartaro, ed un’artiglieria d’assedio dal tiro più lungo di quella dei Tartari l’avrebbe resa inabitabile.

Il gran duca, il generale Voranzoff ed il governatore della città, il capo dei mercanti, ai quali si erano riuniti un certo numero d’uffiziali superiori, avevano preso diverse risoluzioni.

— Signori, disse il gran duca, voi conoscete esattamente la nostra situazione. Io ho ferma speranza che potremo resistere fino all’arrivo delle truppe di Irkutsk. Allora sapremo pur cacciare queste orde barbare, e non dipenderà da me se non pagheranno a caro prezzo l’invasione del territorio moscovita.

— Vostra Altezza sa che può far assegnamento su tutta la popolazione d’Irkutsk, vapore il generale Voranzoff.

— Sì, generale, disse il gran duca, e rendo omaggio al suo patriottismo. Grazie a Dio, non fu ancora sottoposta agli orrori dell’epidemia e della fame, ed ho ragione di credere che le saranno risparmiati, ma ai bastioni ho dovuto ammirare il suo coraggio. Voi udite le mie parole,