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— 48 — michele strogoff |
abitanti della provincia di Irkutsk d’abbandonare la città e le borgate. Coloro che non si rifugiarono nella capitale dovettero portarsi indietro, al di là del lago Baikal, dove assai probabilmente l’invasione non stenderebbe i suoi disastri. I raccolti di grano e di foraggi furono requisiti per la città, e quest’ultimo bastione della potenza moscovita nell’estremo Oriente fu messo in grado di resistere qualche tempo.
Irkutsk, fondata nel 1611, è situata nel confluente dell’Irkut e dell’Angara, sulla riva destra di questo fiume. Due ponti di legno, costrutti sopra palafitte, disposti in modo da potersi aprire per tutta la lunghezza del canale per la navigazione, riuniscono la città a’ suoi sobborghi, che si stendono sulla riva mancina. Da questo lato era facile la difesa. I sobborghi furono abbandonati, i punti distrutti. Il passaggio dell’Angara, larghissimo in quel punto, non sarebbe stato possibile sotto il fuoco degli assediati.
Ma il fiume poteva essere valicato a monte ed a valle della città, e perciò Irkutsk, rischiava d’essere attaccata dalla parte est, non protetta da verun muro di cinta.
Le braccia furono dunque occupate da principio in lavori di fortificazione. Si lavorò giorno e notte. Il gran duca trovò una popolazione zelante nella fatica, come più tardi doveva trovarla coraggiosa nella difesa. Soldati, mercanti, esiliati, contadini, tutti si consacrarono alla comune salvezza. Otto giorni prima che i Tartari apparissero sull’Angara erano state erette muraglie di terra. Un fossato, inondato dalle acque dell’Angara, era scavato a scarpa e controscarpa. La città non poteva più essere presa con un colpo di mano. Era necessario assediarla.