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michele strogoff

sare inavvertita; non era neppur verisimile che gli assedianti avessero sbarrato il fiume a monte d’Irkutsk, perchè sapevano che i Russi non potevano aspettare alcun soccorso dal sud della provincia. Fra poco, d’altra parte, la natura avrebbe essa medesima messo quell’ostacolo saldando col freddo i massi di ghiaccio accumulati sulle due rive.

A bordo della zattera regnava ora un silenzio assoluto. Dacchè scendeva il corso del fiume, più non si faceva udire la voce dei pellegrini, i quali pregavano ancora bensì, ma con un lieve mormorío, che non poteva giungere fino alle due sponde. I fuggitivi, sdrajati sulla piattaforma, rompevano appena colla sporgenza dei loro corpi la linea orizzontale delle acque. Il vecchio marinajo, collocato a poppa, non faceva altro che allontanare i massi di ghiaccio.

Favorevole circostanza era pure questa presenza dei massi di ghiaccio, se non doveva più tardi opporre un ostacolo insuperabile al passaggio della zattera. Infatti l’apparecchio, trovandosi solo sulle acque del fiume, correva pericolo di essere veduto, anche attraverso l’ombra fitta, mentre si confondeva allora con quelle masse mobili d’ogni grandezza, d’ogni forma, ed il frastuono, prodotto dall’urto dei massi fra di loro, copriva pure ogni altro rumore sospetto.

Un freddo acutissimo attraversava l’atmosfera, ed i fuggitivi ne soffrivano immensamente, non avendo altro riparo che pochi rami di betulla. Si stringevano essi gli uni contro gli altri, per meglio sopportare l’abbassamento di temperatura, che quella notte doveva toccare i dieci gradi sotto zero. Il poco vento che soffiava, essendo