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michele strogoff

l’Emiro ed Ivan Ogareff non fossero dinanzi alla capitale.

Ma perchè tanta fretta di giungervi da parte del corriere dello czar, ora che la lettera imperiale non poteva essere da lui consegnata al gran duca, e mentre egli non ne conosceva il contenuto? Alcide Jolivet ed Harry Blount non lo compresero meglio che non l’avesse compreso Nadia.

Del resto non fu fatta parola del passato se non nel momento in cui Alcide Jolivet credette di dover dire a Michele Strogoff:

— Vi dobbiamo quasi delle scuse per non avervi stretto la mano prima della nostra separazione alla posta d’Ichim.

— No, voi avevate il diritto di credermi un vile.

— Ad ogni modo, aggiunse Alcide Jolivet, avete magnificamente frustato la faccia di quel miserabile, ed egli ne porterà il segno un pezzo.

— Non un pezzo! rispose semplicemente Michele Strogoff.

Mezz’ora dopo la partenza da Livenitchnaja, Alcide Jolivet ed il suo compagno erano al fatto delle crudeli prove per le quali erano successivamente passati Michele Strogoff e la sua compagna. Essi non potevano che ammirare senza restrizioni un’energia che solo l’affetto della giovinetta aveva potuto eguagliare. E di Michele Strogoff pensarono esattamente ciò che ne aveva detto lo czar a Mosca. «Davvero costui è un uomo.»

In mezzo ai ghiacci che trascinava la corrente dell’Angara, la zattera filava rapidissima. Un mobile panorama si spiegava lateralmente sopra le due rive del fiume, e, per una illusione ottica, pareva che