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— 25 — baikal ed angara |
solari, che il freddo condensava quasi subito. Questo curioso spettacolo avrebbe certamente meravigliato lo sguardo di uno che avesse viaggiato tranquillamente e per diletto su quel mare siberiano.
Alle quattro pomeridiane fu segnalata dal vecchio marinajo la foce dell’Angara fra le alte roccie granitiche del litorale. Si vedeva sulla riva destra il piccolo porto di Livenitchnaja, la sua chiesa e le sue poche case erette sul margine.
Ma, cosa molto grave, i primi ghiacci venuti dall’est andavano già alla deriva fra le sponde dell’Angara, e perciò scendevano verso Irkutsk. Per altro il loro numero non poteva essere ancora tanto grande da ostruire il fiume, nè il freddo tanto intenso da saldarli gli uni agli altri.
La zattera giunse al piccolo porto e vi si arrestò. Colà il vecchio marinajo aveva deciso di fermarsi un’ora per fare alcune riparazioni indispensabili: i tronchi disgiunti minacciavano di separarsi ed importava legarli saldamente perchè potessero resistere alla corrente dell’Angara, che è rapidissima.
Durante la bella stagione, il porto di Livenitchnaja è una stazione di sbarco o d’imbarco pei viaggiatori del lago Baikal, sia che si rechino a Kiakta, ultima città della frontiera russo-chinese, o sia che ne ritornino. Esso è dunque molto frequentato dai battelli e da tutte le piccole navi di cabotaggio del lago.
Ma in questo momento Livenitchanaja era abbandonata; i suoi abitanti non avevano potuto rimanere esposti alle depredazioni dei Tartari, che vagavano oramai per le due rive dell’Angara. Essi avevano mandato ad Irkutsk la piccola flotta di