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il passaggio dell’yenisei


— Che cosa è questo? domandò Michele Strogoff toccande colla mano diversi oggetti ammucchiati in fondo ad uno stanzino.

— Sono otri, rispose Nicola, e ve n’ha, in fede mia, una mezza dozzina.

— Sono pieni?

— Sì, pieni di kumyss, e giungono opportuni per rinnovare le nostre provviste.

Il kumiss è una bevanda fabbricata con latte di giumenta o di cammello, bevanda fortificante, ed anche inebbriante, e Nicola non poteva che rallegrarsi di quella scoperta.

— Mettine una da parte, gli disse Michele Strogoff, ma vuota tutte le altre.

— Subito, babbo mio.

— Questo ci ajuterà a traversare l’Yenisei.

— E la zattera?

— Sarà la kibitka medesima, che è tanto leggiera da galleggiare. D’altra parte la sorreggeremo con questi otri, come pure il cavallo.

— Ben immaginato, babbo mio! esclamò Nicola, e coll’ajuto del cielo giungeremo a buon porto... forse non in dritta linea perchè la corrente è rapida.

— Che importa! rispose Michele Strogoff. Passiamo prima, e sapremo ben ritrovare la via d’Irkutsk al di là del fiume.

— All’opera, disse Nicola incominciando a vuotare gli otri ed a trasportarli fino alla kibitka.

Un otre pieno di kumyss fu riservato, e gli altri, chiusi con cura, dopo d’esser stati prima colmati d’aria, furono adoperati come apparecchi galleggianti. Due di questi otri attaccati al fianco del cavallo erano destinati a sostenerlo a galla.

Altri due messi agli stangoni della kibitka, fra le