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— 91 — il passaggio dell’yenisei |
D’altra parte a Krasnoiarsk, la cui popolazione è di circa dodicimila anime, egli contava bene che i mezzi di tragitto non gli potessero mancare.
Poichè Nicola Pigassof doveva arrestarsi in questa città, sarebbe necessario sostituirlo con una guida e cambiar la kibitka con un altro veicolo più rapido. Michele Strogoff, dopo di essersi rivolto al governatore della città ed aver dato prova della sua identità e della sua qualità di corriere dello czar, — il che non doveva essere difficile, — non dubitava di poter essere messo in grado di giungere ad Irkutsk nel più breve tempo possibile. Allora non avrebbe più che a ringraziare quel bravo Nicola Pigassof e partire immediatamente con Nadia, non volendo egli lasciarla prima d’averla consegnata a suo padre.
Per altro, se Nicola avesse risoluto di fermarsi a Krasnoiarsk, era, com’egli diceva, «a condizione di trovarvi dell’impiego.»
Infatti, codesto impiegato modello, dopo di aver tenuto fino all’ultimo momento un posto a Kolyvan, cercava di mettersi un’altra volta a disposizione dell’Amministrazione dei telegrafi.
— Perchè avrei io lo stipendio se non lavorassi? ripeteva egli.
Così, nel caso in cui questi servigi non potessero essere messi a partito in Krasnoiarsk, che doveva sempre trovarsi in comunicazione telegrafica con Irkutsk, egli si proponeva d’andare al posto d’Udinsk, od anche fino alla capitale della Siberia. In questo caso, dunque, egli continuerebbe a viaggiare col fratello e colla sorella; e in chi troverebbero essi una guida più sicura, un amico più affezionato?
La kibitka non era più che a mezza versta da