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— 83 — un amico da strada maestra |
Solitamente, la kibitka è tirata da tre cavalli; questa invece aveva un solo cavallo dal lungo pelo, dalla lunga coda, ma di razza mongola, e perciò pieno di vigoria e di coraggio.
Un giovinotto la conduceva con un cane al fianco.
Nadia riconobbe che quel giovane era Russo, dalla faccia dolce e flemmatica, che esprimeva la fiducia. Non pareva aver fretta menomamente. Camminava con passo tranquillo per non affaticar di troppo il cavallo, e, a vederlo, non si avrebbe creduto mai ch’egli seguisse una strada che i Tartari potevano tagliare da un momento all’altro.
Nadia, tenendo Michele Strogoff per mano, s’era messa di fianco.
La kibitka s’arrestò, e il conduttore guardò la giovinetta sorridendo.
— E dove diancine dunque ve n’andate così? gli domandò costui aprendo tanto d’occhi buoni e tondi.
Al suono di questa voce, Michele Strogoff pensò che l’aveva udita in qualche luogo, e, senza dubbio, bastò questo a fargli riconoscere il conduttore della kibitka, perchè la sua fronte si rasserenò subito.
— Ebbene, dove dunque andate? ripetè il giovinotto rivolgendosi direttamente a Michele Strogoff.
— Andiamo ad Irkutsk, rispose costui.
— Oh! babbo mio, non sai tu dunque che ci sono ancora molte verste da percorrere prima di giungere ad Irkutsk?
— Lo so.
— E te ne vai a piedi?