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un amico da strada maestra


Solitamente, la kibitka è tirata da tre cavalli; questa invece aveva un solo cavallo dal lungo pelo, dalla lunga coda, ma di razza mongola, e perciò pieno di vigoria e di coraggio.

Un giovinotto la conduceva con un cane al fianco.

Nadia riconobbe che quel giovane era Russo, dalla faccia dolce e flemmatica, che esprimeva la fiducia. Non pareva aver fretta menomamente. Camminava con passo tranquillo per non affaticar di troppo il cavallo, e, a vederlo, non si avrebbe creduto mai ch’egli seguisse una strada che i Tartari potevano tagliare da un momento all’altro.

Nadia, tenendo Michele Strogoff per mano, s’era messa di fianco.

La kibitka s’arrestò, e il conduttore guardò la giovinetta sorridendo.

— E dove diancine dunque ve n’andate così? gli domandò costui aprendo tanto d’occhi buoni e tondi.

Al suono di questa voce, Michele Strogoff pensò che l’aveva udita in qualche luogo, e, senza dubbio, bastò questo a fargli riconoscere il conduttore della kibitka, perchè la sua fronte si rasserenò subito.

— Ebbene, dove dunque andate? ripetè il giovinotto rivolgendosi direttamente a Michele Strogoff.

— Andiamo ad Irkutsk, rispose costui.

— Oh! babbo mio, non sai tu dunque che ci sono ancora molte verste da percorrere prima di giungere ad Irkutsk?

— Lo so.

— E te ne vai a piedi?