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— 30 — michele strogoff |
— Lo conosci?
— Personalmente. Egli ha compiuto molte volte con fortuna missioni difficili.
— All’estero?
— In Siberia appunto.
— Di che paese è?
— D’Omsk. È un Siberiano.
— Ha freddezza d’animo, intelligenza, coraggio?
— Sì, sire, ha tutto quanto ci vuole per riescire là dove altri forse verrebbe meno.
— Quanti anni ha?
— Trenta.
— È uomo robusto?
— Può sopportare fino agli estremi il freddo, la fame, la sete, la fatica.
— Ha un corpo di ferro?
— Sì, sire.
— Ed il cuore?
— D’oro.
— Si chiama?
— Michele Strogoff.
— È pronto a partire?
— Aspetta nelle sale della guardia gli ordini di Vostra Maestà.
— Venga, disse lo czar.
Alcuni istanti dopo Michele Strogoff entrava nel gabinetto imperiale.
Michele Strogoff era d’alta statura, robusto, con larghe spalle, petto ampio. La sua testa poderosa aveva i bei caratteri della razza caucasica. Le sue membra nerborute erano tante leve disposte meccanicamente per la fatica più utile. Codesto bello e robusto giovinotto era saldo sulle gambe, e quando aveva piantato i due piedi in terra pareva che vi avessero messo radici. La testa qua-