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— 29 — russi e tartari |
Siberia occidentale era essa in fiamme? Il sollevamento si stendeva già alle regioni dell’est? Non si poteva dire. Il solo agente che non temesse nè freddo nè caldo, quello che i rigori dell’inverno od i calori dell’estate non possono arrestare, che vola colla rapidità della folgore, la corrente elettrica, non poteva più propagarsi attraverso la steppa, e non era più possibile avvertire il gran duca, chiuso in Irkutsk, del pericolo di cui lo minacciava il tradimento di Ivan Ogareff.
Un corriere soltanto poteva sostituire la corrente interrotta. Quest’uomo dovrebbe impiegare un certo tempo per valicare le cinquemiladugento verste (cinquemilacinquecentoventitrè chilometri) che separano Mosca da Irkutsk. E per attraversare le schiere dei ribelli e degli invasori dovrebbe essere fornito di un coraggio e di un intelletto sovrumano. Ma colla testa e col cuore si va lontano.
— Troverò io questa testa e questo cuore? si domandava lo czar.
CAPITOLO III.
michele strogoff.
La porta del gabinetto imperiale si aprì poco stante, e l’usciere annunciò il generale Kissoff.
— Il corriere? domandò vivamente lo czar.
— È là, sire, rispose il generale Kissoff.
— Hai trovato l’uomo che ci voleva?
— Oso rispondere a Vostra Maestà.
— Era di servizio a palazzo?
— Sì, sire.