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colpo per colpo


La lettera dalle armi imperiali fu trovata sul petto di Michele Strogoff, che non aveva avuto il tempo di distruggerla, e consegnata ad Ivan Ogareff.

Lo spettatore che aveva pronunciate le parole a «Bravo! ben restituito!» non era altri che Alcide Jolivet, il quale insieme col suo confratello s’era arrestato al campo di Zabédiero ed assisteva a questa scena.

- Per Dio! diss’egli ad Harry Blount, questa gente del Nord vale qualche cosa! Confessate che noi dobbiamo una riparazione al nostro compagno di viaggio, Korpanoff o Strogoff, che è tutt’uno. Bella rivincita della faccenda d’Ichim!

— Sì, rivincita, infatti, rispose Harry Blount, ma Strogoff è un uomo morto. Nel suo interesse, avrebbe forse fatto meglio a non ricordarsi ancora.

— E lasciar perire sua madre sotto lo knut?

— E credete che abbia migliorato, col suo impeto, la sorte di lei e di sua sorella?

— Io non credo nulla, non so nulla, rispose Alcide Jolivet, tranne che non avrei saputo far meglio ne’ suoi panni. Che sfregio gli ha fatto sulle guancie! Eh! diancine! bisogna pur bollire qualche volta! Dio ci avrebbe messo dell’acqua fresca nelle vene, e non del sangue, se ci avesse voluti sempre imperturbabili!

- Bell’incidente per una cronaca, disse Harry Blount. Se Ivan Ogareff si volesse degnare di comunicarci quella lettera!...

Quella lettera Ivan Ogareff l’aperse rompendone il suggello, dopo di aver asciugato il sangue che gli copriva la faccia. La lesse e rilesse attentamente come se avesse voluto fissarsi bene in mente quello che conteneva.