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russi e tartari


Codesto kanato di Bukara si stende da nord a sud, fra il trentasettesimo ed il quarantunesimo paralleli, e dall’est all’ovest fra il sessantunesimo ed il sessantasejesimo grado di longitudine, vale a dire sopra una superficie di circa diecimila leghe quadrate.

Si conta in questo Stato una popolazione di due milioni e cinquecentomila abitanti, un’armata di sessantamila uomini, portata al triplo in tempo di guerra, e di trentamila cavalieri. È un paese ricco, vario ne’ suoi prodotti animali, vegetali e minerali, e che fu ingrandito dall’accessione dei territori di Balkh, di Aukoi e di Meimaneh. Possiede diciannove città importanti. Bukara, cinta da una muraglia che ha più di otto miglia inglesi e fiancheggiata da torri: città gloriosa, che fu illustrata da Avicenne e da altri scienziati del X secolo, è considerata come il centro della scienza musulmana e posta fra le più celebri delle città dell’Asia centrale; Samarcanda, che possiede la tomba di Tamerlano e quel palazzo famoso in cui si conserva la pietra azzurra sulla quale deve venire a sedersi ogni nuovo kan, è difesa da una cittadella fortissima; Karski, colla sua triplice cinta, situata in un’oasi che circonda un pantano popolato di tartarughe e di lucertole, è quasi impenetrabile; Tschardjui è difesa da una popolazione di ventimila anime circa, ed infine Katta, Kurgan, Nurata, Djizah, Paikande, Karakul, Kuzar, ecc., formano un insieme di città difficili a dominare.

Codesto kanato di Bukara, protetto dalle sue montagne, isolato dalle sue steppe, è dunque uno Stato veramente formidabile, e la Russia dovrebbe opporgli forze poderose. Ora era l’ambizioso e truce Féofar che governava allora la Tartaria; soste-