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colpo per colpo


— Ma tu lo conosci! tu l’hai veduto?

— Non l’ho veduto! ma ho veduto sua madre tradirsi con un movimento che mi ha rivelato tutto.

— Non t’inganni, tu?

— No, non m’inganno.

— Tu sai l’importanza che io do all’arresto di questo corriere, disse Ivan Ogareff. Se la lettera che gli fu consegnata a Mosca perviene ad Irkutsk, ed è consegnata al gran duca, costui starà sull’avvisato, ed io non potrò giungere fino a lui! Questa lettera io la voglio ad ogni costo. Ora tu mi dici che il portatore della lettera è in poter mio... Non sbagli tu, Sangarre?

Ivan Ogareff aveva parlato con molta vivacità. La sua commozione dimostrava l’estrema importanza ch’egli dava al possesso di quella lettera. Sangarre non fu punto turbata dall’insistenza con cui Ivan ripetè la sua domanda.

— No, non m’inganno, Ivan.

— Ma, Sangarre, vi sono nell’attendamento molte migliaja di prigionieri, e tu dici di non conoscere Michele Strogoff!

— No, rispose la zingara, nel cui sguardo balenò una gioja selvaggia; ma sua madre lo conosce! Ivan, bisogna far parlare sua madre.

— Domani parlerà! esclamò Ivan Ogareff.

Poi egli porse la mano alla zingara, che la baciò senza che in quell’atto di rispetto, proprio delle razze del Nord, fosse nulla di servile.

Sangarre rientrò nell’accampamento. Essa ritrovò il posto occupato da Nadia e da Marfa Strogoff, e passò la notte ad osservarle tutte e due. La vecchia e la giovinetta non dormirono, benchè la stanchezza le opprimesse. Troppe inquie-