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michele strogoff

spiando come sempre la vecchia siberiana, senza che costei ne avesse sospetto. Essa non aveva potuto vedere Michele Strogoff, che già era scomparso quand’ella si era voltata, ma l’atto della madre che tratteneva Nadia non erale sfuggito, e un lampo degli occhi di Marfa le aveva appreso ogni cosa.

Era oramai fuor di dubbio che il figlio di Marfa Strogoff, il corriere dello czar, si trovava in questo mentre a Zabédiero, nel numero dei prigionieri d’Ivan Ogareff!

Sangarre non lo conosceva, ma sapeva ch’era là. Non cercò essa dunque di scoprirlo, cosa che sarebbe stata impossibile nell’ombra e in quella numerosa folla.

Quanto a spiare di nuovo Nadia e Marfa Strogoff era pure inutile. Evidentemente queste due donne si terrebbero in guardia, e sarebbe impossibile scoprir nulla che potesse tradire il corriere dello czar.

La zingara non ebbe dunque più che un pensiero: avvertire Ivan Ogareff. E perciò lasciò subito l’attendamento.

Un quarto d’ora dopo, essa giungeva a Zabédiero, e veniva introdotta nella casa occupata dall’Emiro.

Ivan Ogareff ricevette subito la zingara.

— Che vuoi da me, Sangarre? le chiese.

— Il figlio di Marfa Strogoff è nell’accampamento, rispose Sangarre.

— Prigioniero?

— Prigioniero.

— All esclamò Ivan Ogareff, saprò almeno....

— Non saprai nulla, Ivan, rispose la zingara, poichè tu non lo conosci neppure!