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michele strogoff

avevano chiesto di essere condotti dinanzi a lui. I soldati avevano rifiutato. Perciò, lotta, tentativo di fuga, schioppettate che non colpirono fortunatamente i due giornalisti. Ma la loro morte non si sarebbe fatta aspettare senza l’intervento del luogotenente dell’Emiro.

Costui esaminò per alcuni istanti quei prigionieri che gli erano assolutamente ignoti. Pure essi erano stati presenti alla scena del cambio di cavalli alla posta d’Ichim, quando Michele Strogoff era stato percosso da Ivan Ogareff; ma il brutale viaggiatore non aveva badato alle persone riunite allora nella sala comune.

AI contrario Harry Blount ed Alcide Jolivet lo riconobbero benissimo, e costui disse sommessamente:

— To’! Pare che il colonnello Ogareff ed il grossolano personaggio di Ichim non facciano che una persona.

Poi egli aggiunse all’orecchio del suo compagno:

— Esponete il nostro negozio, Blount. Mi farete un servigio. Questo colonnello russo in mezzo ad un campo tartaro mi ributta, e sebbene, in grazia sua, la mia testa sia ancora sulle mie spalle, gli occhi miei si volgerebbero altrove con disprezzo, meglio che guardarlo in faccia.

E, ciò detto, Alcide Jolivet prese l’aria della più completa indifferenza.

Ivan Ogareff comprese egli ciò che l’attitudine del prigioniero aveva d’insultante per lui? Se lo comprese non lo die’ a dimostrare menomamente.

— Chi siete voi, signori? chiese egli in russo con accento freddissimo, ma privo della ruvidezza consueta.