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russi e tartari

si stende fino al governo di Omsk e di Tobolsk. Se dunque queste popolazioni kirghize si sollevavano, era l’invasione della Russia asiatica, e prima di tutto la separazione della Siberia all’est del Yenisei.

È vero che codesti Kirghizi, molto novizi nell’arte della guerra, sono meglio ladroni notturni ed aggressori di carovane che soldati regolari. Come ha detto il signor Levchine: «Una fronte serrata o un quadrato di buona fanteria resiste ad una massa di Kirghizi dieci volte più numerosa, ed un solo cannone può distruggerne un’immensa quantità.»

Sia pure, ma bisogna per altro che questo quadrato di buona fanteria giunga nel paese sollevato, e che le bocche da fuoco lascino i parchi delle provincie russe, che sono lontani due o tremila verste. Ora, tranne per la via diretta che congiunge Ekaterinburgo ad Irkutsk, le steppe sono acquitrinose, non facilmente praticabili, e molte settimane passerebbero certamente prima che le truppe potessero trovarsi in grado di respingere le orde tartare.

Omsk è il centro dell’ordinamento militare della Siberia occidentale, che è destinata a tener in rispetto le popolazioni kirghize. Sono colà i confini che questi nomadi, non del tutto assoggettati, hanno più volte insultato, ed al ministero della guerra si aveva ragione di pensare che Omsk fosse già minacciata. La linea delle colonne militari, vale a dire di quei posti di Cosacchi che sono scaglionati da Omsk fino a Semipalatinsk, doveva essere stata forzata in molti punti. Ora è a temersi che i gran sultani, che governano i distretti kirghizi, non avessero accettato volontaria-