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un’attitudine di alcide jolivet

di pietre preziose, fodero di sciabola curvo come un yatagan e tempestato di gemme abbaglianti, stivali con speroni d’oro, casco adorno d’un pennacchietto di diamanti che gettava mille scintille, Féofar offriva allo sguardo l’aspetto piuttosto strano che solenne d’un Sardanapalo tartaro, sovrano assoluto che dispone a piacimento della vita e delle ricchezze de’ suoi sudditi, la cui potenza è senza confini, ed al quale, per privilegio speciale, si dà, a Bukara, il titolo d’Emiro.

Al momento in cui Ivan Ogareff apparve, i gran dignitarî stettero seduti sui loro cuscini ricamati d’oro; ma Féofar si levò da un ricco divano che occupava il fondo della tenda, il cui pavimento spariva sotto un soffice tappeto di Bukara.

L’Emiro s’accostò ad Ivan Ogareff e gli diede un bacio, il cui significato non era dubbio. Questo bacio faceva del luogotenente il capo del consiglio e lo metteva temporaneamente al disopra del kodja.

Poi Féofar, dirigendosi ad Ivan Ogareff:

— Non occorre ch’io t’interroghi, disse; parla, Ivan. Tu non troverai che orecchi disposti ad ascoltarti.

— Taksir 1, non è tempo d’inutili parole. Ciò che ho fatto alla testa delle tue truppe lo sai. Le linee dell’Ichim e dell’Irtyche sono ora in poter nostro, e i cavalieri turcomanni possono bagnare i loro cavalli nelle acque divenute tartare. Le orde kirghize si sono sollevate alla voce di Féofar-Kan, e la principale strada siberiana ti appartiene da Ichim fino a Tomsk. Tu puoi dunque spingere le tue colonne tanto verso l’oriente

  1. Equivalente di Sire, ed è titolo dato ai sultani di Bukara.