Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 23 — russi e tartari |
sono le misure prese da Vostra Maestà e quali soccorsi deve attendere dai governi più vicini a quello di Irkutsk.
— Lo sa, rispose lo czar; ma ciò che ignora è che Ivan Ogareff, insieme colla parte di ribelle, deve fare quella di traditore, e che egli ha in lui un nemico personale accanito. È al gran duca che Ivan Ogareff deve la sua prima disgrazia, e ciò che vi ha di più grave è che quest’uomo non è da lui conosciuto. Il disegno di Ivan Ogareff è dunque di recarsi ad Irkutsk, e colà, con falso nome, offrire i propri servigi al gran duca. E quando gli abbia carpito la fiducia, quando i Tartari abbiano investito Irkutsk, consegnare la città agli invasori, e colla città mio fratello, la cui vita è direttamente minacciata. Ecco quanto io so per mezzo de’ miei rapporti; ecco quanto il gran duca non sa e che è necessario che sappia.
— Ebbene, sire, un corriere intelligente, coraggioso....
— Lo aspetto.
— E che faccia diligenza, aggiunse il gran mastro di polizia, perchè permettetemi di dirlo, sire, è terra propizia alle ribellioni la terra siberiana.
— Vuoi tu dire che gli esiliati possono far causa comune cogli invasori? disse lo czar non sapendosi vincere a questa insinuazione del gran mastro di polizia.
— Che Vostra Maestà mi scusi, rispose balbettando il gran mastro di polizia, perchè era propriamente il pensiero che gli aveva suggerito il suo spirito inquieto e diffidente.
— Io credo che gli esiliati abbiano più patriotismo, riprese a dire lo czar.
— Vi sono in Siberia altri condannati, oltre