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michele strogoff

cide Jolivet rispondeva con un’allegra strofetta di Béranger ai versetti della Bibbia.

— Oh! oh! disse Harry Blount.

— Faccio i miei comodi, rispose Alcide Jolivet.

Frattanto la situazione si aggravava intorno a Kolyvan. La battaglia si avvicinava e le detonazioni scoppiavano con estrema violenza.

In quella un urto fe’ tremare il posto telegrafico.

Un obice aveva passato la muraglia ed un nugolo di polvere empiva la sala delle trasmissioni.

Alcide Jolivet finiva allora di scrivere questi versi.


                         Joufflu comme une pomme,
                         Qui, sans un sou comptant....


ma, arrestarsi, precipitarsi sull’obice, pigliarlo a due mani prima che fosse scoppiato, gettarlo dalla finestra e tornare allo sportello, fu per lui l’affare d’un istante.

Cinque secondi più tardi l’obice scoppiava al di fuori.

E continuando a formulare il suo telegramma colla massima indifferenza, Alcide Jolivet scrisse;

« Obice da sei ha sfondato la muraglia del posto telegrafico. Aspettandone altri del medesimo calibro...»

Per Michele Strogoff non era dubbio che i Russi fossero respinti da Kolyvan. Il suo ultimo partito era dunque di gettarsi attraverso la steppa meridionale.