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— 22 — michele strogoff |
trovò capi disposti a gettare le loro orde tartare nelle provincie siberiane ed a provocare un’invasione generale dell’impero russo in Asia. Il movimento fu fomentato in segreto, ed ecco è scoppiato come folgore. Ora le vie e le comunicazioni fra la Siberia occidentale e fra la Siberia orientale sono rotte! Inoltre Ivan Ogareff, assetato di vendetta, vuole attentare alla vita di mio fratello.
Lo czar si era accalorato parlando, e camminava a passi precipitosi. Il gran mastro di polizia nulla rispose, ma pensava fra sè e sè che nel tempo in cui gl’imperatori di Russia non facevano mai grazia agli esiliati, i disegni di Ogareff non avrebbero potuto avverarsi.
Passarono alcuni istanti, durante i quali egli stette in silenzio; poi accostandosi allo czar, che si era buttato sopra un seggiolone, disse:
— Vostra Maestà ha dato senza dubbio ordini perchè l’invasione sia respinta al più presto?
— Sì, disse lo czar. L’ultimo telegramma che potè passare da Nijni-Udinsk ha dovuto mettere in movimento le truppe di Yieniseisk, di Irkutsk, di Iakutsk, quelle delle provincie dell’Amur e quelle del lago Baikal. Al medesimo tempo i reggimenti di Perm e di Nijni-Novgorod ed i Cosacchi della frontiera si dirigono a marcia forzata verso i monti Urali; ma, disgraziatamente, ci vorranno molte settimane prima che possano trovarsi in faccia alle colonne tartare.
— Ed il fratello di Vostra Maestà, Sua Altezza il gran duca, che in questo momento è isolato nel governo di Irkutsk, non è più in comunicazione diretta con Mosca?
— No.
— Ma deve sapere, dagli ultimi dispacci, quali