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un ultimo sforzo


Per una mezz’ora tuttavia potè mantenersi fuori di tiro delle armi tartare, ma egli sentiva bene che il suo cavallo veniva meno, e ad ogni istante temeva che, urtando in qualche ostacolo, il povero animale cadesse per non più rialzarsi.

Il giorno era abbastanza chiaro, benchè ancora il sole non si fosse mostrato sopra l’orizzonte.

A due verste al più si svolgeva una linea pallida orlata da alcuni alberi piuttosto diradati.

Era l’Obi, che scorreva da sud-ovest a nord-est, e tutta la vallata non era che la steppa medesima.

Furono tirate molte schioppettate contro Michele Strogoff, ma senza colpirlo, e molte volte pure egli dovette scaricare la sua rivoltella sui cavalieri più vicini. Ogni volta un Usbeco cadde a terra, in mezzo alle grida rabbiose dei suoi compagni.

Ma l’inseguimento non poteva finire che a danno di Michele Strogoff, il cui cavallo non ne poteva più. Nondimeno egli riuscì a spingersi fino al margine del fiume.

Il drappello usbeco non era allora che a cinquanta passi da lui.

Sull’Obi, assolutamente deserto, nessuna chiatta, nessun battello che potesse servire a traghettare il fiume.

— Coraggio, mio buon cavallo! gridò Michele Strogoff. Andiamo! Un ultimo sforzo!

E si precipitò nel fiume, che in quel luogo era largo mezza versta.

Era estremamente difficile risalire la corrente assai forte. Il cavallo di Michele Strogoff non toccava terra in verun luogo, onde senza punto d’appoggio doveva fendere a nuoto quelle acque ra-