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— 94 — michele strogoff |
ha detto, far parlare la vecchia strega quando sia venuto il momento.
Ogni parola era una pugnalata per Michele Strogoff. Egli dunque era riconosciuto come corriere dello czar! Un drappello di cavalieri, lanciato dietro di lui, doveva inevitabilmente tagliargli la strada! E, supremo dolore, sua madre era fra le mani dei Tartari, e il crudele Ogareff si teneva sicuro di farla parlare quando volesse!
Michele Strogoff sapeva bene che l’energica Siberiana non parlerebbe e che il suo silenzio doveva costarle la vita!...
Michele Strogoff non credeva di poter odiare Ivan Ogareff più di quello che l’avesse odiato finora; e pure un’onda di odio nuovo gli invase il cuore. L’infame che tradiva il suo paese, ecco, minacciava ora di torturargli la madre!
La conversazione proseguì fra i due uffiziali, e Michele Strogoff credette di comprendere che nei dintorni di Kolyvan uno scontro era imminente fra le truppe moscovite provenienti dal nord e le truppe tartare. Un piccolo corpo russo di 2000 uomini, segnalato nel corso inferiore dell’Obi, veniva a marcie forzate verso Tomsk. Se ciò era vero, questo corpo, che doveva trovarsi alle prese col grosso dell’armata di Féofar-Kan, dovrebbe inevitabilmente essere distrutto, dopo di che la via d’Irkutsk apparterrebbe senza contrasti agli invasori.
Quanto a lui medesimo, Michele Strogoff apprese da qualche parola del «pendja-baschi,» che la sua testa era messa a taglia, e che era stato dato ordine di pigliarlo morto o vivo.
Era dunque necessario assolutamente precedere i cavalieri usbechi sulla via d’Irkutsk e mettere