Pagina:Michele Strogoff.djvu/205


— 93 —

un ultimo sforzo

l’attenzione di Michele Strogoff fu singolarmente eccitata.

Infatti di lui appunto si trattava.

— Quel corriere non può esserci passato innanzi, diceva il «pendja-baschi,» e d’altra parte è assolutamente impossibile ch’egli abbia seguita altra strada da quella della Baraba.

— Chissà se ha lasciato Omsk? rispose il «deh-baschi.» Può darsi ch’egli sia ancora nascosto in qualche casa della città.

— Sarebbe invero una fortuna! Il colonnello Ogareff non avrebbe più a temere che i dispacci, portati evidentemente da questo corriere, giungessero al loro indirizzo.

— Si dice che sia un uomo del paese, un Siberiano, soggiungeva il «deh-baschi.» Se questo è vero, egli deve conoscere la regione, ed è possibile che abbia lasciata la via d’Irkutsk, salvo a rimettercisi più tardi!

— Ma allora noi gli saremmo passati innanzi, rispose il «pendja-baschi,» perchè abbiamo lasciato Omsk meno d’un’ora dopo la sua partenza ed abbiamo seguíto la via più breve con tutta la velocità dei nostri cavalli. Dunque, o egli è rimasto ad Omsk, ovvero noi saremo prima di lui a Tomsk, ed in tutti e due i casi egli non giungerà ad Irkutsk.

— Che donna quella vecchia siberiana, che senza dubbio è sua madre! disse il «deh-baschi.»

A questa frase il cuore di Michele Strogoff gli martellò il petto.

— Sì, rispose il «pendja-baschi,» ha pur sostenuto che quel preteso mercante non era suo figlio, ma troppo tardi. Il colonnello Ogareff non si è lasciato infinocchiare e saprà ben lui, come