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madre e figlio


La vecchia Marfa mosse dritta incontro a lui, e fissandogli gli occhi in faccia, disse:

— Tu non sei dunque il figlio di Pietro e di Marfa Strogoff?

Michele Strogoff avrebbe data la vita per poter stringere liberamente fra le braccia la madre sua; ma se egli cedeva era finita per lui, per lei, per la sua missione e pel suo giuramento! Trattenendosi a stento, chiuse gli occhi per non vedere le inesprimibili angoscie che contraevano il volto venerato di sua madre, e ritirò le mani per resistere alla tentazione di stringere le mani frementi che cercavano lui.

— Io non so veramente che cosa vogliate dire, buona donna, disse Michele Strogoff facendosi indietro alcuni passi.

— Michele! gridò ancora la vecchia madre.

— Io non mi chiamo Michele, io non sono mai stato vostro figlio! Io sono Nicola Korpanoff, mercante ad Irkutsk.

E di botto lasciò la sala comune, mentre un’ultima volta echeggiavano queste parole:

— Figlio mio! figlio mio!

Michele Strogoff, non potendone più, era partito. Egli non vide la vecchia madre, che era ricaduta quasi esamine sopra una panca. Ma al momento in cui alcuno si precipitava per soccorrerla, la vecchia si risollevò. Un’improvvisa rivelazione era avvenuta nel suo spirito. Essa rinnegata da suo figlio! Non era possibile. Quanto ad essersi ingannata ed aver preso un altro per lui, impossibile anche questo. Era ben suo figlio quello che essa aveva veduto, e se egli non l’aveva riconosciuta, segno è che non voleva, che non doveva riconoscerla, che aveva terribili ragioni per