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— 65 — madre e figlio |
temere d’essere riconosciuto; in quella città la sua vecchia madre soltanto avrebbe potuto chiamarlo col suo vero nome; ma egli aveva giurato di non vederla, e voleva mantenere la promessa, D’altra parte — e lo desiderava con tutto il cuore — forse ella se n’era fuggita in qualche parte tranquilla della steppa.
Fortunatamente il mujik conosceva un mastro di posta che, pagandolo bene, non doveva rifiutare, secondo lui, di noleggiare o di vendere carrozza e cavalli. Rimarrebbe la difficoltà di lasciare il paese, ma le breccie fatte alla cinta dovevano rendere facile l’uscita a Michele Strogoff.
Il mujik conduceva dunque il suo ospite direttamente al cambio dei cavalli, quando in una stretta via Michele Strogoff s’arrestò ad un tratto, addossandosi ad una muraglia.
— Che hai? chiese vivamente il mujik meravigliato di quel brusco movimento.
— Silenzio! s’affrettò a rispondere Michele Strogoff appoggiando un dito sulle labbra.
In quella un drappello di Tartari sboccava dalla piazza principale ed infilava la via che Michele Strogoff ed il suo compagno avevano seguito per alcuni istanti.
In capo al drappello, composto di una ventina di cavalieri, camminava un uffiziale vestito d’una uniforme semplicissima. Benchè egli girasse rapidamente lo sguardo qua e là, non poteva avere veduto Michele Strogoff, il quale aveva precipitosamente fatto la sua ritirata.
Il drappello camminava di trotto in quella via stretta. Nè l’uffiziale, nè la sua scorta badavano agli abitanti. Questi disgraziati avevano appena il tempo di ritirarsi da banda; si udirono alcune
5 — Michele Strogoff. Vol. II. |