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michele strogoff


I due barcajuoli, che erano uomini vigorosi, stimolati inoltre dalla promessa di una buona paga, non dubitavano menomamente di condurre a buon fine questa difficile traversata dell’Irtyche.

Ma facevano i conti senza un incidente che non potevano prevedere, e nè il loro zelo nè la loro abilità avrebbero potuto far nulla in questa occasione.

La chiatta si trovava impigliata in mezzo alla corrente ad egual distanza circa dalle due sponde e scendeva con una velocità di venti verste all’ora, quando Michele Strogoff, levandosi in piedi, guardò attentamente a monte del fiume.

Vide egli allora molte barche che la corrente trasportava con gran rapidità, perchè all’azione dell’acqua si aggiungeva quella dei remi di cui esse erano munite.

La faccia di Michele Strogoff si contrasse, ed una esclamazione gli sfuggì.

— Che è stato? domandò la giovinetta,

Ma prima che Michele Strogoff avesse avuto il tempo di rispondergli, uno dei barcajuoli esclamava coll’accento del terrore;

— I Tartari, i Tartari!

Erano infatti barche cariche di soldati che scendevano rapidamente l’Irtyche; fra pochi minuti dovevano aver raggiunta la chiatta, che era tanto carica da non potere fuggire.

I barcajuoli, atterriti da questa apparizione, mandarono grida disperate e abbandonarono i ganci.

— Coraggio, amici miei, gridò Michele Strogoff, coraggio! Cinquanta rubli per voi se giungiamo alla riva destra prima dell’arrivo di quelle barche!

I barcajuoli, rianimati da queste parole, ripigliarono la manovra e continuarono a percorrere di