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sopra ogni cosa il dovere


— Tu dici: no! e perché mai? Se tua madre è ad Omsk puoi tu rifiutare di vederla?

— Perchè, Nadia! mi domandi perchè! esclamò Michele Strogoff con voce così commossa, che la giovinetta diè un sussulto; per le stesse ragioni che mi hanno fatto paziente fino alla vigliaccheria col miserabile di cui...

Non potè terminare la frase.

— Calmati, disse Nadia con somma dolcezza. Io non so che una cosa; è un sentimento che domina tutta la tua condotta, un dovere più sacro, se pur ve ne ha uno, di quello che congiunge il figlio alla madre.

Nadia evitò da quel momento ogni argomento di conversazione che potesse riferirsi alla condizione particolare di Michele Strogoff. Vedeva in lui un segreto da rispettare; lo rispettò.

Il domani, 25 luglio, alle tre del mattino, il tarentass giungeva al cambio dei cavalli di Tiukalinsk, avendo percorso una distanza di 120 verste dopo il passaggio dell’Ichim.

Qui per la prima volta l’iemschik fece qualche difficoltà per partire, affermando che drappelli tartari battevano la steppa e che viaggiatori, cavalli e carrozze, tutto sarebbe buona presa per quei ladroni. Michele Strogoff non trionfò del mal volere dell’iemschik se non a prezzo di danaro, perchè in quest’occasione, come in molte altre, egli non volle far uso del suo podarosna. L’ultimo ukase, trasmesso dal filo telegrafico, era conosciuto nelle provincie siberiane, ed un Russo, perciò appunto che era specialmente dispensato dall’obbedire alle sue prescrizioni, si sarebbe certamente segnalato all’attenzione pubblica, — ciò che il corriere dello czar doveva sopra ogni cosa evitare. Quanto alle