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una provocazione

picchiava i suoi cavalli a più non posso, e li manteneva al galoppo a forza di ingiurie e di percosse. Questa berlina non era certamente passata da Novo-Saimsk e non aveva dovuto raggiungere la via d’Irkutsk che per qualche sentieruolo perduto della steppa.

Michele Strogoff ed i suoi compagni vedendo quella berlina, che correva verso Ichim, ebbero un medesimo pensiero, passarle innanzi e giungere prima di essa per assicurarsi anzitutto i cavalli disponibili. Dissero dunque una parola ai loro iemschik, che si trovarono a breve andare nella medesima linea colla muta sfinita della berlina.

Fu Michele Strogoff che giunse primo.

In quella una testa apparve alla portiera della berlina.

Michele Strogoff ebbe appena il tempo di osservarla. Ma per quanto presto egli passasse, udì distintamente questa parola pronunciata con voce imperiosa ed a lui diretta:

— Fermate!

Nessuno si fermò, tutt’altro, la berlina fu lasciata indietro dai due tarentass.

Fu allora una gara di velocità, perchè i cavalli della berlina, eccitati senza dubbio dalla presenza e dall’andatura di quelli che erano passati innanzi, ritrovarono forze per alcuni minuti. Le tre carrozze erano scomparse in un nugolo di polvere, da cui uscivano lo schioccar delle fruste miste a grida d’eccitamento e ad interiezioni di collera.

Pure il vantaggio rimase a Michele Strogoff ed ai suoi compagni; vantaggio che poteva essere importantissimo, se mai scarseggiassero i cavalli. Due carrozze da aggiogare era forse più di quanto potesse fornire il mastro di posta, almeno in un breve termine.