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una festa al palazzo nuovo


— Ah! vi era noto questo?

— Mi era noto.

— Quanto a me, sarebbe difficile ignorarlo, perchè il mio ultimo telegramma andò fino ad Udinsk, fece osservare Alcide Jolivet con una certa soddisfazione.

— Ed il mio fino a Krasnoiarsk soltanto, rispose Harry Blount con un accento non meno soddisfatto.

— Dunque voi sapete anche che sono stati mandati degli ordini alle truppe di Nikolaevsk?

— Sì, signore, al medesimo tempo che si telegrafava ai Cosacchi del governo di Tobolsk di concentrarsi.

— Nulla di più vero, signor Blount, anche questo mi era noto e vi assicuro che la mia amabile cuginetta ne saprà domani stesso qualche cosa.

— E lo sapranno anche i lettori del Daily-Telegraph, signor Jolivet.

— Quando si vede tutto quello che accade....

— E quando si ascolta tutto quello che si dice....

— Una bella campagna da seguire, signor Blount.

— La seguirò, signor Jolivet.

— Allora può darsi che ci incontriamo sopra un terreno meno sicuro forse del pavimento di questa sala.

— Meno sicuro sì, ma....

— Ma anche meno sdrucciolevole, aggiunse Alcide Jolivet trattenendo il collega nel punto in cui stava per perdere l’equilibrio.

E, ciò detto, i due corrispondenti si separarono, contentissimi in sostanza di sapere che l’uno non era passato dinanzi all’altro.

In quella le porte delle sale contigue furono aperte ed apparvero molte mense meravigliosamente imbandite e cariche a profusione di por-