Pagina:Michele Strogoff.djvu/149


— 37 —

una provocazione


Ed avendogli Alcide Jolivet chiesto quale potesse essere l’età della giovane livoniana:

— Qual giovane livoniana? chiese colla massima serietà socchiudendo gli occhi.

— Perdinci! la sorella di Nicola Korpanoff!

— È sua sorella?

— No, sua nonna! ribattè Alcide Jolivet irritato da tanta indifferenza. — Quanti anni le date?

— Se l’avessi vista nascere lo saprei! rispose semplicemente Harry Blount, da uomo che non voleva compromettersi.

Il paese allora percorso dai due tarentass era quasi deserto. Il tempo era abbastanza bello; il cielo coperto a mezzo, la temperatura più sopportabile. Con veicoli meglio sospesi, i viaggiatori non avrebbero avuto a lamentarsi del viaggio. Essi andavano come le berline da posta a Russia, vale a dire con meravigliosa rapidità.

Ma se il paese pareva abbandonato, questo abbandono dipendeva dalle odierne circostanze. Nei campi, pochi o nissun contadino siberiano dalla faccia pallida e grave, che una celebre viaggiatrice ha paragonato giustamente ai Castigliani, meno l’alterigia. Qua e là qualche villaggio già abbandonato: il che indicava l’accostarsi delle truppe tartare. Gli abitanti, conducendo seco i greggi di montoni, i cammelli ed i cavalli, si erano rifugiati nelle pianure del nord. Alcune tribù della grand’orda dei Kirghizi nomadi, rimasti fedeli, avevano esse pure trasportate le tende al di là dell’Irtyche o dell’Obi per sottrarsi alle rapine degli invasori.

Fortunatamente il servizio della posta si faceva sempre con regolarità — del pari il servizio del telegrafo fino ai punti che il filo si congiungeva