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una provocazione

Michele Strogoff potesse prendere. Solamente, egli che non correva dietro alle notizie, e che, al contrario, avrebbe voluto evitare il paese devastato dagli invasori, era proprio risoluto di non fermarsi in nessun luogo.

— Signori, disse egli dunque ai suoi nuovi compagni, io sarei contentissimo di far con voi una parte del mio viaggio, ma vi devo avvertire che ho immensa fretta di giungere ad Omsk, perchè mia sorella ed io andiamo a raggiungere nostra madre. Chissà anzi se giungeremo prima che i Tartari abbiano invasa la città! Io non mi arresterò dunque alle poste che il tempo di cambiare i cavalli, e viaggerò giorno e notte.

— Noi facciamo conto di fare altrettanto, rispose Harry Blount.

— Sia pure, ripigliò a dire Michele Strogoff, ma non perdete un istante. Noleggiate o comperate una carrozza, che....

— Che non abbia, interruppe Alcide Jolivet, che non abbia da dimezzarsi per via, e giunga tutta d’un pezzo ad Ichim.

Mezz’ora dopo, il diligente Francese aveva trovato con facilità un tarentass, pressochè simile a quello di Michele Strogoff, ed in cui il suo compagno e lui s’accomodarono subito.

Michele Strogoff e Nadia ripresero posto nel loro veicolo, ed a mezzodì i due equipaggi lasciarono insieme la città di Ekaterinburgo.

Nadia era finalmente in Siberia e su quella lunga strada che conduce ad Irkutsk! Quali dovevano essere allora i pensieri della giovane livoniana? Tre rapidi cavalli la trasportavano verso quella terra dell’esilio, dove il padre suo era condannato a vivere forse lungamente, e così lontano

3 — Michele Strogoff. Vol. II.