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CAPITOLO XIII.
una provocazione.
Ekaterinburgo, geograficamente, è una città d’Asia, giacchè è situata al di là dei monti Urali, sulle ultime balze orientali della catena. Nondimeno, essa dipende dal governo di Perm, e per ciò è compresa in una delle gran divisioni della Russia Europea. Questa distribuzione amministrativa deve avere il suo perchè. È come un boccone della Siberia che rimane fra le mascelle russe.
Nè Michele Strogoff nè i due corrispondenti potevano essere imbarazzati per trovare i mezzi di locomozione in una città così estesa, fondata dal 1723. Ad Ekaterinburgo sorge la prima zecca di tutto l’impero; colà è concentrata la direzione generale delle miniere. Questa città è dunque un centro industriale importante, in cui abbondano le officine metallurgiche ed altri traffici dove si lavano il platino e l’oro.
A quel tempo, la popolazione di Ekaterinburgo si era accresciuta. Russi e Siberiani, minacciati dall’invasione tartara, vi erano affluiti, dopo di aver fuggito le provincie già invase dalle orde di Féofar-Kan, e segnatamente il paese kirghiso,