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michele strogoff

gli veniva chiesto, rispondeva che era in corrispondenza con sua cugina Maddalena. In fondo il Francese, sotto sembianze leggiere, parlava bensì a dritto od a rovescio, forse per meglio nascondere la sua voglia di apprendere, ma non si tradiva mai. La sua loquacità medesima gli serviva a tacersi, e forse era più chiuso e discreto del suo confratello del Daily-Telegraph; e se entrambi assistevano alla festa data al Palazzo Nuovo nella notte dal 15 al 16 luglio, era in qualità di giornalisti per servire i loro lettori.

S’intende che questi due uomini erano appassionati per la loro missione in questo mondo, ed amavano slanciarsi come furetti sulla pesta delle notizie più inaspettate; s’intende che nulla li spaventava o scoraggiava, e che avevano l’imperturbabile freddezza e la bravura reale delle persone del mestiere. Veri fantini di questa corsa, di questa caccia alla notizia, essi scavalcavano le siepi, varcavano i fiumi, saltavano le barricate coll’ardore impareggiabile di quei corridori puro sangue che vogliono giungere primi o morire.

D’altra parte i loro giornali non li tenevano a corto di quattrini, che sono il più sicuro, il più spiccio, il più perfetto elemento d’informazioni che si conosca ancora. Convien pure aggiungere, ad onor loro, che nessuno dei due guardava od ascoltava mai attraverso le pareti della vita privata, e che essi si davano attorno soltanto allora che erano in gioco interessi politici o sociali; in una parola, facevano ciò che da alcuni anni si chiama «la grande informazione politica e militare.»

Solamente si vedrà, vedendoli da vicino, che il più delle volte avevano un bizzarro modo di con-