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— 111 — in tarentass notte e giorno |
— E vanno spediti?
— Aquile.
— Partiamo subito.
Michele Strogoff e Nadia, risoluti a non arrestarsi un’ora, viaggiarono tutta notte.
Il tempo continuava ad essere bello, ma si sentiva che l’ammosfera, divenuta pesante, si faceva a poco a poco satura d’elettricità. Nessuna nuvola intercettava i raggi stellari, e pareva che una specie di nebbia calda si levasse dal suolo. Era a temersi che qualche uragano si scatenasse nelle montagne, dove sono terribili. Michele Strogoff, avvezzo a riconoscere i sintomi ammosferici, presentiva una prossima lotta degli elementi, che lo inquietava non poco.
La notte passò senza incidenti. Non ostante i trabalzi del tarentass, Nadia potè dormire per qualche ora. La copertura semirialzata permetteva d’aspirare quel po’ d’aria che i polmoni cercavano avidamente nell’ammosfera soffocante.
Michele Strogoff vegliò tutta notte diffidando degli iemschiks che s’addormentano troppo volentieri sul loro sedile, nè andò perduta un’ora nel cambio dei cavalli o per via.
Il domani, 20 luglio, verso le 8 del mattino, si disegnarono nell’est i monti Urali. Pur questa importante catena, che separa la Russia europea dalla Siberia, si trovava ancora a gran distanza, nè si poteva far conto di giungervi prima che finisse la giornata. Il passaggio della montagna doveva dunque necessariamente compiersi nella prossima notte.
Tutto quel giorno il cielo rimase coperto, perciò la temperatura fu più sopportabile, ma il tempo era estremamente burrascoso. E forse con