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michele strogoff


Michele Strogoff aveva fatto il suo programma di viaggio, e non si trattava oramai che di eseguirlo.

Vi ha un servizio postale che percorre abbastanza rapidamente la catena dei monti Urali; ma a causa delle circostanze, questo servizio era disordinato. E quand’anche non fosse stato tale, Michele Strogoff, volendo andare rapidamente, senza dipendere da nessuno, non avrebbe preso quel mezzo di trasporto. Preferiva, con ragione, comperare una carrozza e correre di tappa in tappa, eccitando con mancie supplementari lo zelo di quei postiglioni chiamati iemschik nel paese.

Disgraziatamente, a causa del decreto fatto contro gli stranieri d’origine asiatica, un gran numero di viaggiatori avevano lasciato Perm, e per conseguenza i mezzi di trasporto erano scarsi. Michele Strogoff doveva dunque accontentarsi del rifiuto degli altri. Quanto ai cavalli, fino a che il corriere dello czar non fosse in Siberia, potrebbe senza pericolo mostrare il suo podarosna, ed ottenere così la preferenza sopra ogni altro viaggiatore. Ma poi, quando fosse uscito dalla Russia europea, non potrebbe più fare assegnamento che sulla potenza dei rubli.

Ma a che sorta di veicolo aggiogare i cavalli? Ad una telega o ad un tarentass?

La telega non è che un carro scoperto a quattro ruote, a formare il quale non entra assolutamente altro che legno. Ruote, sale, caviglie, casse, barelle, tutto forniscono gli alberi dei dintorni, e l’adattamento dei diversi pezzi di cui si compone la telega si ottiene con corde grossolane. Nulla di più primitivo, nulla di meno comodo, ma anche nulla di più facile ad accomodare, se mai avvenga