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Più visibil non è. Dove è quel volto
Consolator de’ nostri affanni? Il labbro,
Che in fiumi di sapienza
Per noi s’aprì? La generosa mano
Prodiga di portenti? Il ciglio avvezzo
A destarci nel seno
Fiamme di carità? Tutto perdemmo
Miseri al suo morire. Ei n’ha lasciati
Dispersi, abbandonati,
In mezzo a gente infida,
Soli, senza consiglio, e senza guida.
A i passi erranti
Dubbio è il sentiero;
Non han le stelle
Per noi splendor.
Siam naviganti
Senza nocchiero,
E siamo agnelle
Senza Pastor.                                         A i passi, ec.
Piet.Non senza guida, o Maddalena, e soli
N’abbandona Gesù; nella sua vita
Mille, e mille ci lascia
Esempj ad imitar: nella sua morte
Ci lascia mille, e mille
Simboli di virtù: le sacre Tempie
Coronate di spine, i rei pensieri
Insegnano a fugar. Dalle sue mani
Crudelmente trafitte
L’avare voglie ad abborrir s’impara.
È la bevanda amara
Rimprovero al piacer. Norma è la Croce
Di tolleranza infra i disastri umani.
Che da lui non s’apprende? In ogni accento,
In ogn’atto ammaestra. In lui diviene
L’incredulo, fedele;
L’invido, generoso; ardito, il vile;
Cauto, l’audace, ed il superbo, umíle.
Or di sua Scuola il frutto
Vuol rimirar in noi. Da noi s’asconde
Per vederne la prova. E se vacilla
La nostra speme, e la virtù smarrita,


Tor-