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A convincervi ancora, anime stolte;
È la mancanza in voi, che in faccia al lume
Fra l’ombre delirate,
E per non dirvi cieche, empie vi fate.
Se la pupilla inferma,
Non può fissarsi al sole,
Colpa del sol non è.
Colpa è di chi non vede,
Ma crede
in ogni oggetto
Quell’ombra, quel difetto,
Che non conosce in se.                               Se, ec.
Madd.Pur dovrebbe in tal giorno
Ogn’incredulo cor farsi fedele.
Gio:Quanto d’arcano, e di presago avvolse
Di più secoli il corso, oggi si svela.
Non senz’alto mistero
Il sacro vel, che il Santuario ascose,
Si squarciò, si divise
Al morir di Gesù. Questo è la luce,
Che al popolo smarrito
Le notti rischiarò. Questo è la verga,
Che in fonti di salute
Apre i macigni. Il Sacerdote è questo
Fra la vita, e la morte
Pietoso mediator: l’arca, la tromba,
Che Gerico distrugge: il figurato
Verace Giosuè, ch’oltre il Giordano
Di tanti affanni alla promessa terra
Padre in un punto, e Duce
La combattuta umanità conduce.
Dovunque il guardo giro,
Immenso Dio ti vedo,
Nell’opre tue ti ammiro,
Ti riconosco in me.
La terra, il mar, le sfere
Parlan del tuo potere,
Tu sei per tutto, e noi
Tutti viviamo in te.                               Dovunque, ec.
Madd.Giovanni, anch’io lo so, per tutto è Dio,
Ma intanto a i nostri sguardi


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