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Piet.E la Madre fra tanto
In mezzo all’empie squadre,
Giovanni, che facea?
Gio:                                             Misera madre!
Madd.Fra i perversi Ministri
Penetrar non potea: ma quando vide
Già sollevato in Croce
L’unico Figlio, e di sue membra il peso
Sulle trafitte mani
Tutto aggravarsi; impaziente accorre
Di sostenerlo in atto; il tronco abbraccia,
Piange, lo bacia, e fra i dolenti baci
Scorre confuso intanto
Del Figlio il Sangue, e della Madre il pianto.
Potea quel pianto,
Dovea quel sangue
Nel cor più barbaro
Destar pietà.
Pure a que’ Perfidi
Maria, che langue,
È nuovo stimolo
Di crudeltà.                                         Potea ec.
Piet.Come inventar potea
Pena maggior la crudeltade Ebrea!
Gius.Sì, l’inventò. Del moribondo Figlio
Sotto i languidi sguardi
Dal tronco, a cui si stringe,
L’addolorata Madre è svelta a forza.
A forza s’allontana,
Geme, si volge, ascolta
La voce di Gesù, che langue in Croce,
E s’incontran gli sguardi. Oh sguardi! O voce!
Piet.Che disse mai?
Gio:                              Dall’empie Turbe oppressi
Me vide, e Lei. Fra i suoi tormenti intese
Pietà de’ nostri, e alternamente allora
L’uno all’altra accennando
Colla voce, e col ciglio,
Me provide di Madre, e Lei di Figlio.
Piet.          Tu nel duol felice sei,
Che di Figlio il nome avrai


Sul-